lunedì 7 settembre 2015

Ad Bononiam

Quest'anno, per il compleanno, mi sono regalata un colloquio di lavoro a Bologna.
Per un tour operator.
Se va bene dovrei occuparmi di animazione per bambini in qualche villaggio turistico non si sa se in Italia, in Spagna, in Grecia, in Marocco o in Turchia.
Ovviamente sto morendo d'ansia per un sacco di motivi, dai più banali come lo spostamento hotel-luogo del colloquio a cose più grosse come: "Ommioddio se mi prendono dovrò procurarmi un passaporto e imparare bene l'inglese sennò è la fine" passando per il più classico: "Se va male mi ritrovo col culo per terra".
Però sono anche un sacco ma un sacco felice.
Perché a Bologna dovevo andare da tanto, perché se va bene inizierò a viaggiare e lo farò pagata, perché comunque questa prospettiva è la cosa più bella che mi sia capitata da ANNI a questa parte, perché vuol dire che in fondo valgo davvero qualcosa.
La responsabile delle risorse umane mi sta mandando un sacco di mail di conferma e ogni volta mi dice che sono davvero interessati alla mia candidatura, che magari è una frase di rito che dicono a tutti ma mi fa sentire bene lo stesso.
Dopo la delusione dell'esame da guida turistica (di cui comunque ancora non sono uscite le date degli orali perché non si sa se il Ministero cambierà per la ventordicesima volta le regole) ero totalmente perduta, non sapevo cosa fare e come uscire dal guado in cui mi ero impantanata.
Poi, finalmente, il laboratorio di archeologia per la scuola elementare va in porto e si rivela un successo, io devo lavorare per organizzarne un altro in spiaggia che alla fine non si farà ma che uso lo stesso come portfolio da allegare al curriculum.
L'idea, infatti, è quella di riuscire a procurarmi un'esperienza nel settore turistico, o sulle navi da crociera o per un qualche tour operator, in attesa di ottenere entrambe le abilitazioni (voglio diventare sia guida che accompagnatrice turistica) e mettermi in proprio.
Mi risponde una società di navigazione, ma vogliono che frequenti un corso a pagamento fuori (in cui dovrei pagarmi tutto da me), un tour operator con cui però non riesco ad accordarmi per un lavoro in Sardegna e la società con cui farò il colloquio sabato.
Non mi sembra vero che stia accadendo.
Che stia accadendo a me, intendo.
Ho passato talmente tanti anni a sottovalutarmi, a dar retta a chi denigrava il mio percorso da dimenticare chi sono e quello che ho fatto.
Non devo permettere più che una cosa del genere accada.
L'ho giurato a me stessa in una delle tanti notti insonni che hanno caratterizzato questa estate di transizione.
Per questo venerdì mattina partirò a testa alta, determinata e sorridente, mi godrò il viaggio e il giro serale per il centro di Bologna, e il giorno dopo affronterò il colloquio con tutta la grinta di cui dispongo.
Comunque vada, io riparto da qui.
Un passo alla volta, perché la strada da fare è ancora lunga.