martedì 11 novembre 2014

Nelle puntate precedenti

Una vita basta a malapena per diventare bravo in qualcosa. Quindi devi stare bene attento a quello in cui diventi bravo.

C'è questa frase, detta da Matthew McConaughew/Rust Cole in uno degli ultimi episodi di True Detecrive, che mi torna spesso in mente nelle ultime settimane, forse perché sembra descrivere bene il periodo.
Ci sono un sacco di cose di cui non ho parlato.
Ad esempio, dei due giorni che mi sono regalata a Firenze per il mio compleanno, da sola, in un albergo dove la mattina mi hanno svegliato le campane di Santa Maria del Fiore (fa tanto Julia Roberts nello spot Calzedonia, ne convengo), girovagando tra le sale degli Uffizi e della Galleria dell'Accademia, che raccontare dell'attacco di claustrofobia che m'ha preso durante la salita sulla cupola del Brunelleschi è poco elegante.
Ritrovarsi quasi in perfetta solitudine all'interno delle Cappelle Medicee, fare amicizia con gli sconosciuti.
È stato talmente bello ed appagante che sto già lavorando per rifarlo l'anno prossimo ad Atene. 
Non ho mai amato le feste e ho una lunga lista di posti che ancora non sono riuscita a visitare.
E poi mi piace l'idea di regalarmi le cose da me, senza aspettare nessuno, che le persone vanno, ma gli obiettivi raggiunti restano.
E a proposito di obiettivi: da qualche tempo ho preso a collaborare con un'associazione della mia città in qualità di archeologa: il mio primo incarico è stato progettare un laboratorio (di archeologia, appunto) per una scuola elementare, ed è piaciuto talmente tanto che coinvolgerà due classi anziché l'una prevista inizialmente.
Non vi sto a dire quanto sono felice.
Adesso sto elaborando un calendario di visite guidate per i soci, che è un buon modo di creare una rete di contatti in vista dell'esame da guida turistica, che Dio solo sa quando si terrà.
Poi c'è che mi è tornata la voglia di scrivere, anche se per ora mi vedo costretta a tenerla imbrigliata in un libro a tema archeologia, ma che tanto prima o poi sfocerà in qualcos'altro.
True detective non è stato citato a caso.
Poi ci sarebbe House of cards, ma tanto quello che potrei dire di House of cards non aggiungerebbe nulla ai meritati elogi che gli vengono tributati.
Raramente riesco a parteggiare o immedesimarmi in un personaggio femminile, ma Claire Underwood mi ha conquistata. La si sente paragonare spesso a Lady Macbeth, ma per me è molto più complessa e sfaccettata.
Una vera e propria dea della guerra, più implacabile (eppure umana) del marito Francis.

Credo di no

Insomma: è un periodo di transizione, ma finalmente le cose cominciano a muoversi per il meglio, e anche se non so a cosa porteranno, va bene così.

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