lunedì 21 gennaio 2013

Cinefilia, musica, ricordi, guerra

Truppe americane ad Anzio, gennaio 1944



Sessantanove anni fa, nella notte tra il 22 e il 23 gennaio del 1944, prendeva il via sulle coste di Anzio, la mia città, l'operazione Shingle, che aveva il compito di aiutare lo sfondamento della Linea Gustav e portare gli alleati a Roma. Pochi sanno che tra i caduti ci fu anche il padre di Roger Waters dei Pink Floyd, fatto che ispirò in parte i temi pacifisti di The Wall (le spoglie sono conservate nel cimitero di guerra inglese, non molto distante da casa mia). A questa operazione militare, a cui sono legati molti ricordi belli e brutti della mia famiglia e anche qualcuno della mia attività di guida turistica, è stato dedicato un film italo-americano con Robert Mitchum e Peter Falk, che in italiano si intitola Lo sbarco di Anzio ma in americano, semplicemente, Anzio. Ecco un dialogo tratto dal film e riportato da Wikipedia:



Dick Ennis: Che succede adesso? Quali sono le previsioni?

Generale Lesley: Oh vinceremo. Ci vorrà molto più tempo, molte più vite umane, ma Kesselring verrà respinto e il Generale Carlsom entrarà vittorioso a Roma.

Dick Ennis: E poi?

Generale Lesley: E poi sconfigeremo il nemico, vinceremo la guerra!

Dick Ennis: E dopo che succederà? Vuole dire che rimischieremo le carte e ricominceremo da capo?

Generale Lesley: Lei pensa che questo sia un gioco!?

Dick Ennis: Beh, dopotutto Generale, non è forse un gioco all'ultimo sangue?

Generale Lesley: Non una lotta per sopravvivere?

Dick Ennis: No! Non per sopravvivere né per assicurare un tetto né per... calmare la fame.

Generale Lesley: Ah... Ha trovato la risposta allora.

Dick Ennis: Credo proprio di sì Generale: l'uomo uccide perché gli piace.

Generale Lesley: Perché-gli-piace. Tutto qui?

Dick Ennis: Tutto qui! Perché ad uccidere ci prova gusto. Le guerre non risolvono mai niente: è la storia che ce lo insegna. Se si affronta un uomo con le armi alla mano, si vive più intensamente in quel momento che in qualsiasi altro momento della propria vita, perché si ha una paura folle e bisogna uccidere.

Generale Lesley: Ci uccidiamo l'un l'altro perché ci piace. È una condanna molto dura di tutta quanta l'umanità signor Ennis.

Dick Ennis: Sì, purtroppo lo è Generale, ma forse se l'accettassimo e l'ammettessimo davanti a noi stessi impareremmo a vivere insieme.

Generale Lesley: Speriamo.



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