giovedì 28 marzo 2013

La fine del mondo - Prologo


"Ecco che cosa siete. Ecco che cosa siete tutti quanti" disse Miss Stein. "Tutti voi giovani che avete fatto la guerra. Siete una generazione perduta."
-Ernest Hemingway


I trentenni non esistono più, adesso c'è l'adolescenza, la post-adolescenza e la fossa comune.”
-Zerocalcare



*






Prologo



Enrico non avrebbe saputo dire chi era più stupido tra loro due, se Angela che aveva insistito per indossare quelle scarpe così scomode o lui che si era scarabocchiato con la penna il palmo della mano.
Non avrebbe saputo dire nemmeno da quanto tempo stavano lì, in silenzio, su quella spiaggia battuta dal vento, con Angela che lo trascinava come fosse un sacco, arrancando sui tacchi che affondavano nella sabbia.
Sapeva solo che non sembravano, né si sentivano, gli invitati a un matrimonio, piuttosto due reduci di guerra, o due personaggi danteschi.
Paolo e Francesca, condannati però senza aver commesso alcuna colpa.
Disperati che vagano in un paesaggio surreale.
Che strano mese per sposarsi, gennaio, pensa Enrico mentre con uno strattone cerca di fermare Angela per costringerla a guardarlo negli occhi.
Sono pozze di un liquido scuro e caldo, cerchiati da un trucco troppo pesante, ostili ma al tempo stesso rassicuranti, come può esserlo solo una cosa che conosci troppo bene e da troppo tempo.
Enrico è perfino convinto di averci trovato dentro la sua stessa frustrazione, quella voglia di mandare tutto all'aria perché, tanto, nulla è andato per il verso giusto.
Sarebbe strano, dopo mesi trascorsi rivolgendosi appena la parola, ritrovarsi complici in un desiderio del genere.
Suona così piacevolmente sinistro che vorrebbe quasi correre il rischio di proporglielo ad alta voce.
Invece preferisce allungare una mano e raccogliere la guancia di Angela nel palmo, scaldarla per quel poco che può e arrossarla col contatto della pelle seccata dal salmastro.
La borsa di lei è piena di conchiglie che hanno raccolto insieme, lontani dal ristorante e dalla sua confusione, dai vini leggeri e dalle portate pesanti, dalla gerarchia dei posti e dai sorrisi forzati.
Nei capelli sente i granelli che le dita hanno lasciato nell'aggiustare una ciocca dietro l'orecchio.
Sorride imbarazzata, o forse soltanto stanca, e Enrico si chiede se non sia stata sempre questo, un fantasma di sale e sabbia.
La bacia e tra sé e sé la chiama Venere secca, angelo di salsedine caduto in un cielo diverso, domandandosi se quell'inquietudine tanto simile alla sua sia la percezione di vivere nel posto sbagliato, o il panico di chi sente di essere vicino al suo destino, e quando se lo sente cucito addosso capisce che in realtà è un sudario.
Perché i ricami del suo abito sono un segnale preciso, un richiamo al suo prossimo futuro da sposa, anche se la proposta ancora non è stata fatta e l'anello non è stato comprato.
È tutta lì, in quella tenuta inadatta alla spiaggia, la gabbia dorata delle buone intenzioni in cui Angela si è rinchiusa, la mole di promesse che si è fatta da quando ha quindici anni.
La ragazza dai sogni di marmo, che a lui sembravano così puliti e onesti.
Che male ci può essere nel desiderare qualcosa di proprio?
Una casa che avesse il loro odore, un auto per spostarsi senza rendere conto a nessuno, dei figli da tenere al riparo dalla cattiveria del mondo, un lavoro, soldi, una vita senza ricatti affettivi.
Che male c'era a proporla a lui, Enrico, l'uomo con la testa sulle nuvole, lo studente modello che aveva come obiettivo il dottorato di ricerca e uno studio tutto suo con le librerie alte fino al soffitto?
Che male c'è nel voler cercare un compromesso?
Enrico e Angela avevano sempre pensato che superato quell'ostacolo niente avrebbe potuto fermarli.
Si sbagliavano.
Perché l'ostacolo, col tempo, si è fatto ancora più alto e nuove difficoltà, nel corso degli anni, hanno contribuito a privarli delle forze.
Perché la vita è quello che è e non quello che si vorrebbe fosse.
Perché si cresce e si può scoprire di non essere più, o non essere stati affatto, le persone che si pensavano.
Perché alzarsi di domenica mattina alle sei per andare a un matrimonio fuori Roma, in riva a un mare gonfio di pioggia e cattivi pensieri, può essere deleterio per l'umore.
Enrico e Angela si prendono di nuovo per mano e ricominciano il cammino, stavolta in direzione opposta, non possono perdersi il taglio della torta.
Angela dice che ballerà scalza, cerca di nuovo le labbra di Enrico e lui, stringendola forte, capisce che è ubriaca, forse addirittura felice.
Forse è ubriaco anche lui e quei pensieri sono solo i sintomi di una sbornia triste.
Le scarpe di lei, anche se scomode e rovinate, sono belle e il disegno sul palmo della mano è in realtà un appunto preso per non sbagliare strada.
Forse non è vero che vogliono distruggere tutto, forse non è vero che si sentono frustrati e in gabbia.
Forse hanno solo un po' d'ansia, com'è normale che sia quando senti che stai cambiando pelle.
Eppure ci sono dei grumi scuri, sul fondo, fatti che pesano e non possono essere cancellati da una passeggiata, e nemmeno dal rum invecchiato che si concederà assieme allo sposo alla fine del pranzo.
Nodi d'angoscia che bucano lo stomaco ogni volta si infila tra le cosce di Angela.
Si chiama sesso senza amore, ed è il motivo per cui ancora non ha comprato quel maledetto anello.
Ed è un qualcosa che sta corrodendo anche Angela, se è vero come è vero che, prima di quel giorno, non ha mai bevuto fino ad ubriacarsi in vita sua.
Le sue labbra sono più buone quando non sanno di rossetto.
Sarebbe interessante assaggiarle col rum.
Questo prova a dirlo ad alta voce ma lei non gli risponde, non ha capito o se lo ha fatto preferisce ignorare.
La sagoma del ristorante si fa sempre più grande e minacciosa.
Qualcuno, affacciato alla vetrata, li chiama gridando e agitando le braccia.
Il lancio del bouquet, dicono, e quello della giarrettiera, ma ad Enrico non interessa, la sbornia triste sta prendendo il sopravvento e vorrebbe solo concentrarsi sulle mutandine di Angela.
Ma lei si è allontanata bruscamente, sta correndo scalza verso le sue amiche.
Ballerà sui tavoli e, dopo essere stata una fantasia di mare, nella sua testa si farà fantasia di rum.
E altri grumi di pietra si depositeranno sul fondo dello stomaco.

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